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venerdì 27 marzo 2015

ANNIHILATOR
di Michael Chapman
Se si pensa all'anno di uscita del film in questione, ovvero il 1986, se si osserva bene la locandina con tanto di umano con volto ferito, che mette in mostra circuiti elettrici sottopelle, se si riflette sull'assonanza del titolo…allora non c'è dubbio che il modello d'ispirazione dev'essere “Terminator” di James Cameron. Ovviamente è così, ma “Annihilator” vanta anche influenze dalla serie televisiva “Il fuggitivo” e dal classico “L'invasione degli ultracorpi”. La storia vede un giornalista alle prese con una subdola invasione aliena. Tutto ha inizio quando la sua ragazza torna profondamente cambiata da un viaggio aereo, misteriosamente scomparso e poi riapparso dalle rotte di volo. Ben presto l'uomo si renderà conto che la donna è stata rimpiazzata da una sorta di androide, dotato d'istinti omicidi. Scampato alle aggressioni, il “nostro” si ritroverà solo, non creduto dalle autorità, e costretto a difendersi dalla spietata caccia dei robots alieni. Concepito come “pilota” di una serie televisiva, mai realizzata, “Annihilator” si rivela un discreto prodotto fantascientifico venato, in numerosi frangenti, da atmosfere thriller/horror. Nonostante i debiti cinematografici sopraccitati e nonostante l'impianto televisivo della narrazione, il film intrattiene grazie ad un ritmo serrato, una fotografia di buona caratura (non a caso il regista Michael Chapman, qui in una delle sue rare prove dietro la macchina da presa, è un ottimo direttore della fotografia) ed effetti ottici e dimake-up , seppur datati oggigiorno, di egregia fattura ad opera di Michael Westmore. Inseguimenti, combattimenti corpo a corpo o con arma da fuoco, androidi dagli occhi luminescenti, esplosioni ed un vasto repertorio di musica da sintetizzatore e pezzi pop a condire questa tipica produzione anni '80 che, se non fosse stata bocciata a suo tempo dalla Universal TV, avrebbe potuto dare il via probabilmente ad una serie televisiva di buon intrattenimento. Peccato.